FUTURO IN PLATINO

POSTED BY ALICE

 

Storicamente, il platino ha sempre avuto prezzi più alti dell'oro. Ciò è dovuto principalmente alla scarsità della materia prima e agli elevati costi di produzione ad essa associati. Infatti, fino al 2016, le miniere di platino hanno prodotto meno del 5% della produzione delle miniere d'oro.

Tuttavia, negli ultimi tempi questa situazione si è invertita e il futuro del platino è diventato incerto. Con un forte calo della domanda di platino e un conseguente calo del suo prezzo di mercato al di sotto di quello dell'oro.

Il 60% della domanda di platino proviene dall'industria, principalmente per l'utilizzo in catalizzatori per la pulizia delle emissioni delle automobili; a differenza dell'oro, che dipende solo per il 10% della sua domanda dall'uso industriale, e quindi beneficia di una maggiore versatilità.

L'uso principale del platino è nei veicoli diesel, dove c'è stato un netto calo dallo scandalo delle emissioni Volkswagen del 2015. Accanto alle crescenti preoccupazioni ambientali per quanto riguarda i veicoli a benzina e diesel (Regno Unito, Francia e Cina hanno annunciato il divieto di vendita in un futuro non troppo lontano) e la crescita degli ibridi e delle auto elettriche, vi sarà senza dubbio un calo del prezzo del petrolio e conseguenti gravi implicazioni a lungo termine per il platino.

Infatti, il platino sta addirittura perdendo terreno a favore del palladio, un altro catalizzatore inserito nei motori diesel. Negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie che consentono un maggiore utilizzo del palladio perché tradizionalmente è più economico del platino. Di conseguenza, la domanda di platino per i catalizzatori è diminuita del 20% tra il 2007 e il 2016, mentre nello stesso periodo la domanda di palladio è aumentata di oltre il 50%.

Quindi, in sintesi, le normative ambientali, il recente boom dei veicoli elettrici e le nuove tecnologie portano quasi certamente ad una cattiva previsione a lungo termine per il futuro del mercato del platino.

Fonte: TOMIO SHIDA /Nikkei Asian Review